20^ PASSO | ATTESE
Guardo quel vuoto nel presepe tra Giuseppe e Maria. È tutto fermo in un istante. Un tempo presente sospeso che attende.
Amo la staticità dei presepi perché ti lasciano il fiato corto, incompiuto. Un’apnea di attesa.
Lo guardi e sai che manca qualcosa, manca Qualcuno.
Un po’ come nelle nostre vite, soprattutto in questo periodo. I letti delle case attendono i ritorni, il cuore sembra andare in apnea attendendo figli, fratelli, sorelle, nipoti. È come se nelle partenze i cuori si mettessero un po’ in standby per ripartire poi in un abbraccio.
E così le nostre case si fanno capanne, riprendono vita nei ritorni, nelle attese compiute.
Eppure guardo quel presepe e mi rendo conto che l’attesa è già presenza, che sí, c’è uno spazio ma non è realmente vuoto. È un spazio atteso, già pieno il ventre di Maria.
Cambiare lo sguardo.
Convertire il cuore.
Quante volte pensiamo che gli spazi siano posti vacanti e forse, invece, quello che dovremmo fare è semplicemente riscoprire che il fatto di attendere è amare e che l’amore è presenza viva.
Allora forse quel presepe, le nostre case, i nostri letti, non sono propriamente vuoti, sono semplicemente spazi d’attesa di un amore che già vive, che già esiste, che è già presenza, anche se non si vede.
Amo la staticità dei presepi perché ti lasciano il fiato corto, incompiuto. Un’apnea di attesa.
Un’attesa viva che palpita d’Amore!
@alumera_