Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle | La vera felicità
Era tutto perfetto fino ad allora.
Il Regno di Arandelle vive un momento di serenità: l’amore ritrovato delle sorelle Elsa ed Anna, è tutto una grande festa, tutto in perfetta armonia, niente ombre, ma poi… qualcosa accade.
Una voce, una chiamata sembra pronta a far crollare quel castello di felicità in cui abitavano le loro vite.
Elsa non vuole ascoltarla, non può, perché sente che quella voce ha un progetto più grande per lei ma non è pronta, per la sua città, per sua sorella.
Quel canto è solo rumore ma la rende inquieta. La chiamata è sempre più forte, più intensa, vuole lei.
Osa Elsa.
Osa fidarsi di quella voce che la richiama al suo dono.
Ha a che fare con lei, con sua sorella, con la sua città.
È la sua chiamata.
Verso l’ignoto.
Ma anche se crede di poter affrontare tutto da sola ha bisogno dell’amore di sua sorella per fare questo viaggio, un cammino che ha bisogno di essere condiviso per arrivare alla verità.
Le difficoltà sono davvero tante, la natura sembra voler fermare questo viaggio ma solo grazie alla consapevolezza del suo dono, delle sue doti, Elsa riesce a domare ogni evento, ogni elemento.
Ma c’è un momento che mi ha colpita in modo particolare.
Quando Elsa è vicinissima alla voce, dopo aver trovato insieme alla sorella il modo per raggiungerla, deve andare da sola.
È la sua chiamata. È la sua risposta. È il suo incontro.
Anche a costo di rimetterci la sua vita per quella risposta.
Quella voce, quel momento, quel sì le svela la sua identità, fa’ brillare la sua natura.
Dopo quella chiamata, dopo l’incontro con la verità, Elsa – finalmente – è.
Ma ogni sì fa tremare quei castelli che ci siamo costruiti intorno, credendo che fossero la nostra vera felicità.
Ma proprio quando tutto intorno sembra crollare, c’è solo una cosa capace di dare a tutto un senso, a tutto una direzione: l’ascolto e l’amore.
Ad Anna il compito di mettere insieme i pezzi, ad Anna il compito di agire, a lei il compito di salvare, di annunciare la luce della verità.
Lei, così sognatrice, entusiasta, senza nessun potere, a lei, il compito di salvare concretamente, con le sue mani, Arandelle.
Wow.
È quello che ho pensato ai titoli di coda, è quello che ho pensato ad ogni battuta di questo testo.
Non esiste nessun viaggio, nessuna salvezza, nessuna verità se non li lega indissolubilmente spiritualità e umanità. E spesso, il viaggio, la salvezza, la verità, si raggiunge solo camminando insieme ma con esperienze individuali.
E se veramente quello che noi crediamo sia felicità: una famiglia, una città serena, una casa confortevole non sia veramente la felicità?
Se fossimo chiamati a qualcosa di più grande?
Se con i nostri doni, riconoscendoli e mettendoli al servizio del prossimo, potessimo realizzare un progetto migliore di quello che noi abbiamo per noi stessi? Se una voce chiama, siamo pronti a correre verso l’ignoto per trovarvi la Verità?
No, non sto affermando che questo film sia cattolico ma è pur vero che, con un altro sguardo, c’è tanto Vangelo in questa meravigliosa sceneggiatura.
“L’acqua ha memoria”, torna come un mantra questa frase in tutto il film.
“Le lacrime hanno memoria” sembra sussurrare.
Se guardi al tuo passato, se guardi indietro con i tuoi occhi presenti, anche nelle lacrime c’è un pezzetto della tua storia, un pezzo della tua salvezza, un pezzo della verità, un pezzo di quello sei.
Allora la felicità non è stato perenne di essere nella condizione in cui si è. La felicità è osare, andare oltre, sapere che abbiamo un posto unico nel mondo, cercare, avere coraggio di credere che siamo creati per grandi cose, mettersi in ascolto di quella voce e camminare.
Alla fine, il viaggio verso l’Ignoto è la meravigliosa scoperta che l’immensità del cielo è custodita in te.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.
Matteo 5,13-16
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