Misericordia #32
Mi sono chiesta cosa veramente distinguesse una persona che è di Cristo da una persona per bene.
Tolto Dio, tolto Gesù si può benissimo vivere ugualmente in fondo.
Quante persone conosco piene di buoni e nobili sentimenti, di amore verso il prossimo, dono gratuito di sè senza essere cristiani o appartenere a qualsiasi altra religione.
Uomini di bene.
Ne conosco tante persone che comprendono, che splendono, che si spendono senza essere di Cristo.
Persone meravigliose che danno la vita per l’uguaglianza, per il bene comune senza alcuna appartanzenza.
Quindi, in cosa mi differenzia essere cristiano?
Da tanto mi pongo questa domanda. Da tanto cerco una risposta.
E sempre, in ogni situazione, in ogni episodio, in ogni frammento di vita, arrivo sempre ad una parola sola: la misericordia.
L’amore compassionevole, la pietà viscerale, il perdono del cuore, questo.
La capacità di amare perché siamo amati, patire per amore dell’altro, perdonare perché già perdonati.
Perdonare che non vuol dire dimenticare ma, con Te e grazie a Te, andare oltre.
È sanare le ferite con il balsamo del Tuo Amore.
Dei solchi sacavati nell’anima farne letto di un fiume di pace.
È far sgorgare acqua dove credevono di trovarvi sangue,
è dare un’opportunità ai cuori lontani dalla luce,
è farsi luce della Tua luce.
È saper attendere davanti ad una pietra davanti ad un sepolcro,
perché ciò che muore in Te risorge.
È accogliere il cuore che ti ha ferito e farlo battere ad un nuovo tempo.
È iniziare a parlare di un “noi”.
È sfilare una tela cucita male e tesserla con fili di compassione.
Amare compassionavolmente perché amati, perdonare con il cuore perché perdonati.
Sì, nella misericordia siamo di Cristo.
– Alumera