Perdonami #18
Perdonami ancora se puoi, Dio. Perdonami.
Se dopo tutto questo tempo ti crociffiggo ancora.
Se dopo tutto questo tempo, indosso una corona di spine per farne spettacolo.
Se per gridare il diritto alla libertá inchiodo ancora alla croce le tue sacre mani ed i tuoi piedi.
Perdonami.
Se permetto di utilizzare il tuo dolore per un applauso, il dolore di tua madre per la vanità.
Perdonami.
Sono mortificata Dio.
Ci provo ad urlare con tutta la mia forza: GESÙ GESÙ!
Ma si sceglie sempre Barabba.
E in questo tempo dove è più semplice lavarsi le mani che sporcarle, incoronare di spine che adorare, vivere di sceneggiate che per la Verità, io non smetto di gridare che TI AMO!
Ti amo e ti ringrazio con ogni fibra dell’Anima per aver dato la Tua vita per me, Amore mio. Per aver sopportato il peso di quella croce per liberarmi dal peccato. Per esserti immolato per sussurrarmi da quel legno che mi ami oltre la morte.
Per esserti incarnato, per esserti fatto uomo, per esserti fatto ultimo.
No, ancora oggi, dopo oltre duemila anni, non sappiamo quello che facciamo.
Perdonami ancora se puoi, Dio. Perdonami.