Pensieri | Trinità
Fin da bambina la Trinità mi ha resa inquieta. Questo mistero così grande mi ha sempre fatto battere un po’ più velocemente il cuore.
Una ricerca che non stanca, un anelito che smuove l’anima.
Anche alle parole del Credo “generato e non creato della stessa sostanza del Padre” mi fermo sempre un attimo per assaporarne la bellezza.
E oggi…riaffiora un ricordo.
Un giorno di tanti anni fa, parlando con il don in una pizzeria, ho detto ad alta voce un pensiero nato da questa ricerca: Don, io penso che il Padre sia colui che ama, il Figlio l’amato e tra loro e in loro c’è lo Spirito Santo che è l’Amore.
Ricordo ancora i suoi occhi sgranati.
Sai, Mari, chi ha detto questo per primo? Sant’Agostino! Proprio lui, ha scritto addirittura un libro sulla Trinità.
Immaginate lo stupore di una ragazzina nel sentire quelle parole. Ricordo ancora il cuore in fiamme.
Ho comprato quel libro, letto a metà, consultato di continuo ogni volta che l’inquietudine non mi lascia.
In questi giorni l’ho riaperto e ho trovato sull’ultima pagina un mio appunto scritto mentre ero immensa in quelle pagine.
“Maria è il fornaio dell’amore, colei che ha fatto della farina, dell’acqua e del lievito un unico pane.”
Se oggi dovessi dire cos’è per me la Trinità, ecco, risponderei: il mio pane quotidiano.
Un impasto d’amore, un cibo eterno che viene dal cielo, che sfama e abbonda.
Una comunione continua tra cielo e terra, dal principio e nei dei secoli per l’eternità.
Ma quindi… Se sono creata a tua immagine, Dio, sono parte della Trinità anch’io?
Soffia leggero lo Spirito: “Voi siete il sale della terra…” (Mt 5,13)
Ecco il posto del discepolo di ogni tempo: riscoprirsi parte di quella Trinità che è tutta amore. E farla lievitare in sé, diventando a sua volta Colui che ama perché creatura salvata dell’amato.
Sale per insaporire il mondo, facendo spazio allo Spirito, che sia in noi e tra noi, l’Amore.
Lasciare che le nostre anime, come quella di Maria, si facciano tabernacolo del Pane disceso dal cielo.
Amanti.
Amati.
Amore.
Trini.
Divini.
Uno!
