Pensieri

Pensieri | La croce

È un tempo la croce. Il tempo presente indicativo dell’amore. Il tempo della totalità, del sé esageratamente donato. Il cartello che indica la strada del cielo.
È un abbandono ad un oltre, ad Altro.
È una via d’abbondanza e non di privazione.
È una via di gioia vera e non di dolore.
Un tempo che ti trasforma in un continuo divenire.

Ma lo so.

Lo so che non riesci a comprendere cosa mi spinge verso quell’oltre, cosa volge il mio cuore a prendere sulle spalle quella croce.
Lo so, che per te è irrazionale che io scandisca i miei tempi agli incomprensibili tempi di Dio.
E lo vedo, il tuo sguardo pieni di interrogativi quando mi espongo un po’ di più per difendere il mio credo.
Lo so, che non ti capaciti di quella pazienza di attendere i germogli dai deserti e che trovi assurdo che davanti alla morte io non smetta di alzare gli occhi al cielo.
Che ciò che mi ferisce, fiorisce in compassione.

Lo so.
Lo so, che per te è folle che il mio confine sia l’assoluto e che niente riesca a placare la mia inquietudine qui sulla terra.
Lo so, che per te è assurdo che io possa lasciare tutto per stare in silenzio davanti ad ‘un ostensorio’ o programmare una domenica intorno all’Eucaristia

Lo so.
Che sembra pura follia amare senza conti, senza condizioni, totalmente.

Lo so e ti comprendo.

Perché solo dopo che hai conosciuto il Maestro, solo quando i tuoi occhi hanno incrociato quelli di Cristo, solo quando il tuo cuore si è spalancato per accogliere la Parola, solo quando hai rinunciato al tuo io per fare posto a Dio, nulla vale di più.
Ogni cosa vale di meno perché hai trovato la perla preziosa, un tesoro che non può essere comparato. Hai trovato il Pane che sazia in eterno, l’acqua viva che disseta, la Parola che dona pace, la luce che sovrasta il buio, il perdono che cancella il peccato, l’abbraccio di un Padre misericordioso, nel cielo… un posto per l’eternità.

Ed è questo il tempo di ogni discepolo.
Una croce.
Il tempo presente indicativo dell’amore esageratamente donato.
🪔@alumera_

 

Rif. Lc 14,25-33

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